Marco Santori conquista i “Tre bicchieri” sul Gambero Rosso

GROTTAMMARE – Fare il vigneron era il suo sogno fin da bambino, quando camminava tra i filari di uva di contrada Monte Bove, tenuto per mano da suo nonno Lorenzo. Gli studi mirati in Agraria, la laurea in Enologia all’Università di Teramo ed esperienze lavorative in California ed in Francia quindi l’apertura nel 2012 di un’azienda vitivinicola che porta il nome di famiglia. Un credo appassionato nel bio che lo ha portato a risultati sorprendenti, da ultimo la conquista dei “Tre bicchieri” sulla prestigiosa Guida del Gambero Rosso del 2018 con il suo vino Offida Pecorino Docg Tenuta Santori 2016, anno che inizia la collaborazione con l’enologo Pierluigi Lorenzetti.

Per il giovane Marco Santori, 33 anni di Grottammare, una bella soddisfazione che lo ripaga di tanti sforzi ed impegno profuso nella sua attività per raggiungere l’ambito riconoscimento. Le sue vigne si estendono per circa 16 ettari tra le colline di Ripatransone, dove è stata realizzata una moderna cantina, completamente interrata, ed una sala degustazione con la vista che si perde tra i filari mentre il punto vendita si trova nella sua città, lungo la statale 16, tra i fiori e le piante del distretto florovivaistico.

Appena alla sua quinta vendemmia, se lo aspettava questo importante riconoscimento del Gambero Rosso?
“Mi ha colto di sorpresa, lo confesso. Ho sempre provato grande ammirazione per i produttori che venivano premiati e non immaginavo che quest’anno sarebbe toccato a me. Il mio lavoro è sempre teso alla massima qualità, non a caso il riconoscimento è arrivato a seguito di importanti cambiamenti. Un passo in avanti nell’immagine con nuove etichette studiate appositamente da una designer di Senigallia, e l’ingresso in cantina di un enologo apprezzato ed esperto come Pierluigi Lorenzetti. Con lui c’è piena intesa nella massima valorizzazione dei vitigni autoctoni che sono espressione del nostro territorio”.

Che possiede di speciale il vino premiato, l’Offida Pecorino docg Tenuta Santori?
“E’ un vino biologico vendemmia 2016, anno che inizia la collaborazione con l’enologo Pierluigi Lorenzetti. Colore giallo paglierino, con riflessi verdognoli, al naso spiccano sentori di frutta gialla ed esotica. Ottima mineralità e sapidità. In bocca risulta persistente e incisivo, senza però perdere in eleganza. Si adatta bene anche ad un certo affinamento in bottiglia. Longevo. In tutto 7 mila bottiglie, e tali rimarranno anche nei prossimi anni”.

E la scelta del bio?
“Tenuta Santori è da sempre un’azienda biologica. La scelta di condurre la propria produzione secondo questi dettami arriva dal fatto che vogliamo offrire ai nostri consumatori un prodotto che rispecchi il più possibile il territorio dove viene fatto. Questo comporta sicuramente grandi sforzi, ma i risultati che si ottengono sono senza ombra di dubbio strabilianti. Il consumatore, infatti, si troverà di fronte un prodotto sicuramente sano, vero, e che in qualche modo rispecchi le varie annate nella loro diversità. Coltivare e produrre in bio è l’unico modo per riuscire a versare un pezzo di territorio in un calice. Va precisato , però, che mentre la mia azienda è qualificata bio, le bottiglie non escono con tale etichetta per mia scelta. Sono contro la burocrazia e commercialmente preferisco così, specie per i Paesi stranieri”.

La sua azienda quando nasce?

“Dopo gli studi ho lavorato in California, alla Monterey Wine Company dove ho seguito la vendemmia 2007, quindi in Francia presso Chateau l’enclos di Pomerol, vicino Bordeaux. Solo dopo aver fatto esperienza all’estero, presso importanti cantine internazionali, nel 2012 mi sono sentito pronto ad iniziare nella mia terra partendo proprio dalla vigna di mio nonno Lorenzo. Appena 8 ettari che nel giro di pochi anni sono raddoppiati poiché ho acquistato i vigneti limitrofi. Le varietà coltivate sono quelle autoctone delle nostre zone, come il Montepulciano, il Sangiovese, la Passerina, il Pecorino, il Trebbiano. I vini che produco attualmente sono Passerina Docg, Pecorino Docg, Rosso Piceno Superiore e Passerina Brut “Luna”.

E’ possibile che la cantina sia completamente interrata?
“Sì, una cantina moderna e super tecnologica, ad impatto ambientale “zero”. Una scelta voluta per non deturpare con un capannone industriale il panorama di queste meravigliose colline”.

Tenuta Santori si lega al territorio anche per eventi culturali, i suoi vini da alcuni anni vengono offerti in degustazione ai concerti del FestivaLiszt. Perché questa scelta?
“Sono contento di far assaggiare i miei vini agli spettatori del Festival, è un modo di far conoscere i prodotti del territorio. Sono degustazioni mirate, i turisti mostrano attenzione , curiosità ed apprezzano molto perché si sentono coccolati”.

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